Sono momentaneamente pressata in un autobus pieno di gente e, impossibilitata a muovere tutto tranne le dita sulla tastiera del telefono, ho deciso di scrivere un altro speed-post. Questa volta vorrei domandarvi cosa pensate della letteratura di serie B, chiamiamola “di consumo” (è di consumo anche quella di serie A, ma si tratta di un consumo più oculato). Insomma, come la vedete la questione che oramai le persone sembrano leggere solo e solamente romanzetti di serie B e i giovani -anzi, diciamola giusta: le giovincelle- solo young adults che per la maggior parte non sono altro che storielle trite, tutte uguali tra loro e che non comunicano alcun valore né alcuna riflessione, tranne, forse, un senso di ribellione fine a sé stesso (le protagoniste di questi libri sono spesso definite ribelli, ma si rivelano soltanto delle ragazzette scorbutiche e insopportabili senza cervello né un briciolo di sensatezza).
Insomma, a vostro parere per la lettura vale il principio che va bene tutto purché si legga?
Per me no.
A presto 🙂
G.
Ci sono troppi buoni libri per leggere anche quelli cattivi. La vita è troppo breve! (e purtroppo considero di serie B anche libri molto venduti e famosi, ma è un’altra storia)
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Sono d’accordo con te, ritengo anche io che non tutto ciò che è considerato buono lo sia. Prendiamo i bookblogger americani: spesso impazziscono per libretti da niente che hanno un sacco di fama. Ecco, fama e “ottimezza” sono due cose non necessariamente in contrasto, ma nemmeno collegate. Tuttavia, meglio leggere letteratura di serie B che spazzatura di serie Z, no?
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