Pierluigi Porazzi, Massimo Campazzo
Una vita per una vita
Prezzo: 15 euro
Pagine: 213
Link: http://amzn.to/2ADaopd
Un noto avvocato udinese viene trovato privo di vita. Tutto fa pensare a un suicidio. Accanto a lui un biglietto d’addio, in cui si fa riferimento a un misterioso avvenimento del passato. Ma in pochi giorni vengono ritrovati in successione altri due cadaveri: due donne che sembra si siano uccise, lasciando anche loro un messaggio ambiguo che dovrebbe motivare il loro gesto. La catena di suicidi insospettisce l’ispettore Cavalieri, a cui è stato assegnato il caso, e alcuni indizi lo porteranno a pensare di trovarsi di fronte a una serie di omicidi, tutti collegati da un elemento: una classe di un prestigioso liceo della città. La classe che ha frequentato anche l’ispettore Cavalieri. Le indagini lo riportano al passato, rimettendolo in contatto con i protagonisti della sua giovinezza. La polizia cerca di rintracciare tutti gli ex compagni di scuola, tra cui dovrebbe nascondersi l’assassino. Ma sarà davvero così? Un rancore covato per trent’anni e un incidente dimenticato infittiranno il mistero…
Pierluigi Porazzi, già conosciuto al pubblico per i suoi romanzi pubblicati con Marsilio (in particolare Azrael) torna in libreria con questo giallo scritto a quattro mani insieme a Massimo Campazzo.
Ci troviamo in una Udine dei giorni nostri, scossa da una serie di strani suicidi. Le vittime sono tutte persone ricche, belle, agiate. Nessuna aveva problemi di denaro, nessuna aveva perso il lavoro, di problemi in famiglia neanche l’ombra. Eppure hanno scelto di togliersi la vita.
L’unico ad insospettirsi è l’ispettore Cavalieri, solitario, burbero. Un poveraccio. Cavalieri sa che quei suicidi sono collegati tra loro e sono collegati a lui, al suo passato. E forse, proprio a causa di quel passato spiacevole che ha cercato di rimuovere, è proprio lui l’unico adatto a risolvere il caso.
Un caso che per quanto mi riguarda è solo accessorio al vero conflitto, quello interno al colpevole. Il movente lo conosciamo fin da subito: la rabbia, repressa e covata per anni, e il bisogno di vendetta che si porta dietro. Ma il vero quesito è di stampo più “Alanmooriano”, passatemi il termine: se, proprio come sostiene Joker, la differenza tra un uomo sano e un folle è soltanto una brutta giornata si può uscire sani di mente da una situazione come quella che vive e ha vissuto l’assassino?
Non cito Alan Moore e The killing joke a caso. I riferimenti ai supereroi sono molteplici, utilizzati come simbolo di qualcosa che non esiste e non sarà mai, non tanto in termini di superpoteri quanto in termini di valori e morale. I supereroi non esistono e se da bambini li adoriamo, speriamo in loro, ci rivediamo in loro, da grandi passiamo inevitabilmente dalla parte dei super cattivi, molto più concreti, molto più cinici.
Ma dicevo, una brutta giornata. Come Batman e Joker, sia il commissario Cavalieri che il colpevole ne hanno vissuta almeno una. In particolare quest’ultimo, bullizzato, emarginato e infine vittima di uno scherzo crudele che lo ha lasciato profondamente segnato sia nel corpo che nella mente.
Sono sicura che chiunque abbia passato gli anni scolastici in pace con sé stesso potrebbe vedere i motivi che lo spingono ad agire come futili, come le schegge di follia che sono, oppure soffermarsi solo sulla portata delle conseguenze fisiche che il brutto scherzo ha lasciato su di lui. A me invece preme soffermarmi sul disagio psicologico.
Chi a scuola ha vissuto episodi di bullismo sa quanto sia una delle esperienze più subdole e crudeli a cui si possa andare incontro durante l’infanzia. Perché raramente il bullo paga. Al contrario, alla vittima viene detto che la sua è tutta permalosità, che si prende troppo sul serio e si offende troppo facilmente, che dovrebbe imparare a reagire, che non fa abbastanza per difendersi, che forse li ha provocati. Che quelli dei suoi compagni sono solo scherzi.
Poi magari la vittima ci passa sopra, archivia tutto come una fase, come la manifestazione di quel periodo in cui i ragazzi hanno ancora tutta la crudeltà dei bambini con in più una prima, acerba consapevolezza da adulti. Una combinazione letale.
Non è neanche escluso che i bulli maturino e non è escuso che la vittima riesca a lasciarsi tutto alle spalle… superficialmente. Perché il bullismo, anche quando si configuri in violenza fisica, non è qualcosa che lavora all’esterno ma qualcosa che corrode all’interno e lascia dei vuoti, delle voragini, delle cicatrici profonde. Così la vittima cresce cercando di tamponare quelle ferite, un po’ come quegli alberi che inglobano gli oggetti o ci crescono intorno. Anche le vittime di bullismo crescono contorte attorno a quelle ferite.
“Perché a me?” è la domanda che ci si ripete ossessivamente. Perché si è più timidi, meno avvenenti, meno simpatici, forse anche meno intelligenti. Perché si è ancora un passo indietro rispetto agli altri. Perché si è uno di quegli “sfigati che non contano un cazzo”, per citare le parole di uno dei personaggi del romanzo.
Uno dei bulli, per la precisione. Ecco, i bulli. Nel romanzo i bulli sono chiaramente il bersaglio della vendetta. Mi è piaciuto come le loro nature siano state descritte e ho apprezzato che per qualcuno ci fosse redenzione e per altri no, perché non sono stati capaci di cambiare. La loro non era una fase, non hanno mai riflettuto sui loro sbagli, non hanno mai cambiato opinione, non si sono mai sentiti in colpa. Chi nasce tondo non muore quadrato, per capirci.
In un giudizio complessivo decisamente buono, ci sono alcuni punti che non mi hanno convinta troppo.
Uno dei meccanismi narrativi più utilizzati è quello del ricordo. Il ricordo mancante, il ricordo sepolto, il ricordo accantonato e ignorato. In questo libro, le persone dimenticano troppo facilmente e ricordano sempre troppo tardi o all’occorrenza. In alcuni casi posso capirlo, in altri non molto.
In più, sebbene la narrazione scorra veloce e senza intoppi, a tratti la scrittura si fa troppo descrittiva e poco evocativa. Accompagna molto, forse troppo, il lettore nella vicenda quando invece potrebbe soffermarsi e limitarsi a evocare. Ma questo è un commento molto legato al gusto personale.
Tuttavia, la trama è davvero ben congegnata. Oltre al parallelismo tra Cavalieri, che a me ha ricordato Rorschach (di Watchman, altro capolavoro di Alan Moore), e l’assassino, i sospetti sull’identità di quest’ultimo oscillano costantemente suggerendo al lettore di trovarsi di fronte a un caso di doppia identità. Tutto è plausibilmente spiegato alla fine, in un perfetto richiamo proprio a The Killing Joke, ma siccome si tratta appunto della fine io non posso proprio dirvi nulla a riguardo.
In conclusione, si tratta di un bel giallo-noir, piuttosto ben congegnato, con rimandi, oltre che ai fumetti, ad almeno un caso di Sherlock Holmes. I personaggi sono cupi e amari, cinici, ma ben delineati e anche se alcuni a tratti risultano macchiettisti fanno il loro dovere.
Voto:
3,5 su 5
Consigliato a:
- Chi ama le storie di vendetta;
- Chi ha letto The Killing Joke;
- Chi abita a Udine;
- In parte a chi ha subito del bullismo;
- Chi ama i colpi di scena piazzati alla fine del romanzo;
- Chi ama i thriller con personaggi contorti.
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trovo molto avvincenti trame del genere!
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La trama di questo libro mi attira tantissimo….. potrei leggerlo in questo periodo di relax….
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La trama è interessante, ma soprattutto cavalca un tema molto importante e di cui si parla (giustamente) tanto!
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un libro molto interessante. Lo inserisco in wishlist
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Questi sono i libri che piacciono a me! Lo devo leggere presto!
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I gialli-noir sono una tra le mie categorie preferite per cui credo che questo libro possa farmi compagnia in queste feste.
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Mi sembra un giallo interessante e avvincente, da ciò che leggo qui 🙂
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Non ne avevo sentito parlare, ma potrebbe essere giusto per me! Non leggo gialli da una vita, forse è arrivato il momento di riprovarci! 🙂
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Grazie mille! Da Pierluigi e Massimo!
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Ma che bella la trama di questo libro, Adoro i “gialli” e credo proprio che mi farò un bel regalo di Natale!
R.
http://www.thefashioncolors.com
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Mi fa molto piacere! 😀 È una lettura molto piacevole ^^
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Non lo conoscevo. Grazie per la dritta
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Figurati ^^
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Una trama davvero coinvolgente, poi io amo i gialli! Grazie per avermelo fatto conoscere 🙂
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Sono contenta di averti fatto conoscere qualcosa che può piacerti ^^
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Visto che sono friulana non posso non leggerlo 😛
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noi di ATrendyExperience siamo vicine di casa di questa location noir… ci hai incuriosite leggeremo il giallo!
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Mi piacciono un sacco i gialli anche se sono un po’ ansiosi ^,^
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Ahahah è vero. anche a me a volte mettono ansia.
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Anche se non è proprio il mio genere, la trama è molto intrigante
Alessandra
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lo è! magari potresti farci un pensiero. è una lettura molto scorrevole.
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Grazie mille della bella recensione! Un onore essere paragonati a un mostro sacro come Alan Moore!
Pierluigi e Massimo
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Già dalla sinossi mi ha incuriosito, grazie per questa recensione, darò un’occhiata 🙂
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Grazie a te per essere passata ^^
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mi fa piacere 😀
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Non avevo sentito parlare di questo libro e non conosco l’autore, ma dalla trama mi hai proprio intrigata!
Lo prenderò per le vacanze di Natale!
XOXO
Cami
http://www.paillettesandchampagne.com
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Mi fa un sacco piacere 😀
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Io amo leggere soprattutto questo genere. Lo comprerò. Mi hai intrigata:)
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Mi fa piacere 🙂
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